3a div. femm.: Calvagese - Altogarda Volley 3-0

Un Lunedi sera.
una di quelle trasferte che non si può dire di aver fatto,
una di quelle partite che non si può dire di aver Giocato.
Subito dopo il fischio di inizio si è sotto di 10 punti, tanti errori in ricezione ma non solo.
Sul 10 a 2 inizia la svolta, se così si può dire, essendo che il punteggio prosegue a nostro favore, a favore di una rimonta, ma le facce rimangono le stesse, la mancanza di convinzione rimane sui nostri volti impassibili.
Sei lenti fantasmini blu, veramente troppo lenti, che vagano per il campo senza un minimo di voglia di farsi sentire, di esultare nonostante stiano recuperando le avversarie. Niente.
Con quelle espressioni però si arriva ad un buon 21 a 25, non si sa bene come.
Gli altri due set sono la fotocopia, fotocopia come risultato 25/22 e 25/21, fotocopia per la modalità di ‘’gioco’’.
Partita di cui non serve tirare le somme perché tutto viene da sé, perché tutto è fin troppo palese.
Frustrazione per lo piu’ e Re Julien lo testimonia assai questo stato d’animo.
Non abbiamo ballato, non abbiamo ballato affatto questa sera per il nostro Re.
Si. Disonorare il motto è una cosa grave.
Si. Visione pessimistica della serata, visione pessimistica di ragazze che non hanno il fegato e la voglia necessaria per battersi sul campo, per farsi sentire e fare di tutto per chiudere il set per prime.
Un bello schifo, ecco la descrizione, ecco il resoconto della partita.
Sono troppo pessimista? Okay, non sono andati male gli attacchi, non è andata male una Michela improvvisata centrale da solo una settimana, non sono affatto andate male le battute ma la rice, beh la rice è un altro bel paio di maniche. Quel paio di maniche che mi sa non abbiamo indossato lunedì sera non per mancanza di tecnica, non per avversarie superiori a noi, ma, cosa assai peggiore, per mancanza di convinzione, mancanza di quel ‘’sono qui e ce la posso fare, cavoli se ce la posso fare!’’.
Ancora troppo pessimista? Beh, si può dire che si è arrivati al punto di minimo oltre il quale è impossibile peggiorare ulteriormente. Si deve migliorare e si migliorerà, ma non di gioco, non di tecnica, non di impegno durante l’allenamento perché quello c’è già da sei mesi a questa parte e continuerà ad essere fatto naturalmente, si migliorerà di testa, di convinzione e di voglia di portare a casa partite come queste, di voglia di lottare e di rendere utile il lavoro che facciamo ogni settimana, oltre che, ovviamente, di divertirci e uscire a testa alta da quel maledettissimo campo.
Hollywood.
(That is waitin’ for a new birth)

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